Perchè non ridurre (perlomeno) lo stipendio ai parlamentari assenteisti?
In qualsiasi altro lavoro le assenze ingiustificate portano al licenziamento!
Alcuni esempi:
È Michela Vittoria Brambilla di Forza Italia, secondo i dati raccolti da Openpolis, la parlamentare più assente alle votazioni alla Camera. In questo primo anno e mezzo di legislatura, l’attivista per i diritti degli animali non ha partecipato a 4308 votazioni su 4386, con una percentuale di assenze pari al 98,22%.
Dietro Brambilla, con il 91,50% di assenze, c’è un altro deputato di Forza Italia, l’imprenditore Antonio Angelucci, editore di diversi quotidiani come Libero e Il Tempo
Terzo per assenze alla Camera Vittorio Sgarbi (Misto) con il 75,64%. Come ricorda Openpolis, il dato sulle assenze riguarda le votazioni, non le altre attività parlamentari o l’assenza fisica dei deputati in Parlamento
Nella top ten dei deputati più assenti ci sono alcuni nomi ‘pesanti’, come la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, che non ha partecipato al 74,41% delle votazioni
Adattiamo lo stipendio mensile di ogni parlamentare al suo indice di presenza. Tale indice di presenza includerebbe sia le effettive presenze in aula che le missioni riconosciute (e terrebbe conto evidentemente delle assenze giustificate quali le malattie).
Le componenti dello stipendio spettante ad ogni parlamentare sono descritte nel link seguente:
http://leg16.camera.it/383?conoscerelacamera=4
E gli indici di presenza e di missione aggiornati sono disponibili qui di seguito per i deputati (attenzione, non esiste un indice cumulativo di presenza, bisogna guardare sia la colonna presenza che quella relative alle missioni per avere una percentuale rappresentativa della presenza del parlamentare):
http://parlamento17.openpolis.it/lista-dei-parlamentari-in-carica/camera/nome/asc
e qui di seguito per i senatori:
http://parlamento17.openpolis.it/lista-dei-parlamentari-in-carica/senato/nome/asc
Per esempio, un deputato che:
non ha altri stipendi oltre a quello da parlamentare;
vive a piu’ di 100 km da Roma;
in un intero mese è presente al 40% delle sedute;
nello stesso mese è assente per missione ad un altro 20%,
avrebbe un indice di presenza cumulativo del 60% e si vedrebbe lo stipendio decurtato del 40% come segue:
l’indennità parlamentare scenderebbe da 5.246,54 euro lordi a “soli” 3148 euro;
le regole sulla diaria rimarrebbero invariate in quanto questa parte é già indicizzata in base alle presenze;
i 1300 eurorimborsati per le spese di viaggio (assegnati senza fornire giustificativi) scenderebbero a 780 euro;
i rimborsi per spese telefoniche (assegnati senza fornire giustificativi) scenderebbero da 258 euromensili a 155 euro;
il rimborso per le spese di esercizio del mandato (nella quota non spettante ai collaboratori) di 1800 euro mensili(assegnati senza fornire giustificativi) scenderebbe a 1080 euro.
Il risparmio mensile totale sarebbe quindi di oltre 3000 euro
Altre ripercussioni dell’indice di presenza effettiva:
– pensione e assegno di fine mandato adattati alla percentuale di presenza del parlamentare lungo tutta la durata del mandato e della carriera parlamentare…
Pensiamoci…!
https://ilfastidioso.myblog.it/2020/02/19/la-proposta-perche-non-ridurre-lo-stipendio-ai-parlamentari-assenteisti-gente-che-arriva-al-90-di-assenze-a-spese-nostre-gente-che-sfila-dalle-nostre-tasche-il-denaro-dei-loro-faraonici-stipendi-co/
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