Craxi: “Via noi, il regime violento della finanza vi farà a pezzi!”

25/01/2022 - Già 20 anni fa Bettino Craxi, durante il suo esilio a Hammamet
profetizzò un futuro per niente roseo per l’Italia nell’UE:”l’Italia nella migliore delle ipotesi finirà in un limbo, ma nella peggiore andrà all’inferno”.
Unione Europea uguale: declino, per l’Italia, la prima vittima dell’euro, grazie a un certo Romano Prodi.
E il contesto è chiaro: si scrive globalizzazione, ma si legge impoverimento della società e perdita di sovranità e indipendenza. Sono alcune delle “perle profetiche” di quello che Vincenzo Bellisario definisce «l’ultimo statista italiano», ovvero il vituperato Bettino Craxi, spentosi 17 anni fa nel suo esilio di Hammamet.


Un uomo che «bisognava eliminare a tutti i costi», scrive Bellisario, sul blog del “Movimento Roosevelt”, ricordando alcuni punti-chiave del vero lascito politico del leader socialista, eliminato da Mani Pulite alla vigilia dell’ingresso italiano nella sciagurata “camicia di forza” di Bruxelles, i cui esiti si possono misurare ogni giorno: disoccupazione dilagante e crollo delle aziende, con il governo costretto a elemosinare deroghe di spesa per poter far fronte a emergenze catastrofiche come il terremoto.

«C’è da chiedersi perché si continua a magnificare l’entrata in Europa come una sorta di miraggio, dietro il quale si delineano le delizie del paradiso terrestre», scriveva Craxi oltre vent’anni fa. Con questi vincoli Ue, «l’Italia nella migliore delle ipotesi finirà in un limbo, ma nella peggiore andrà all’inferno».

«Ciò che si profila, ormai – profetizzava Craxi – è un’Europa in preda alla disoccupazione e alla conflittualità sociale, mentre le riserve, le preoccupazioni, le prese d’atto realistiche, si stanno levando in diversi paesi che si apprestano a prendere le distanze Bettino Craxida un progetto congeniato in modo non corrispondente alla concreta realtà delle economie e agli equilibri sociali che non possono essere facilmente calpestati».

Il governo italiano, visto l’andazzo, «avrebbe dovuto, per primo, essendo l’Italia, tra i maggiori paesi, la più interessata, porre con forza nel concerto europeo il problema della rinegoziazione di un Trattato che nei suoi termini è divenuto obsoleto e financo pericoloso». Rinegoziare Maastricht? Nemmeno per idea: «Non lo ha fatto il governo italiano. Non lo fa l’opposizione, che rotola anch’essa nella demagogia europeistica. Lo faranno altri, e lo determineranno soprattutto gli scontri sociali che si annunciano e che saranno duri come le pietre».

A tener banco, ancora, saranno «i declamatori retorici dell’Europa», ovvero «il delirio europeistico che non tiene conto della realtà». Sbatteremo contro «la scelta della crisi, della stagnazione e della conseguente disoccupazione», un disastro che – secondo il “profeta” Craxi – è stato quindi accuratamente programmato.

L’euro? No, grazie: «Affidare effetti taumaturgici e miracolose resurrezioni alla moneta unica europea, dopo aver provveduto a isterilire, rinunciare, accrescere i conflitti sociali, è una fantastica illusione che i fatti e le realtà economiche e finanziarie del mondo non tarderanno a mettere in chiaro». Già, il mondo globalizzato: «La globalizzazione non viene affrontata dall’Italia con la forza, la consapevolezza, l’autorità di una vera e grande nazione, ma piuttosto viene subita in forma subalterna in un contesto di cui è sempre più difficile intravedere un avvenire, che non sia quello di un degrado continuo, di un impoverimento della società, di una sostanziale perdita di indipendenza».

Questo mortificante mutamento, aggiunge Craxi, si colloca «in un quadro internazionale, europeo, mediterraneo, mondiale, che ha visto l’Italia perdere, una dopo l’altra, note altamente significative che erano espressione di prestigio, di autorevolezza, di forza politica e morale». Non è certo amica della pace Romano Prodiquesta «spericolata globalizzazione forzata», in cui ogni nazione perde la sua identità, la consapevolezza della sua storia, il proprio ruolo geopolitico.

«Cancellare il ruolo delle nazioni significa offendere un diritto dei popoli e creare le basi per lo svuotamento, la disintegrazione, secondo processi imprevedibili, delle più ampie unità che si vogliono costruire». Dietro la longa manus della cosiddetta globalizzazione, aggiunge Craxi, si avverte «il respiro di nuovi imperialismi, sofisticati e violenti, di natura essenzialmente finanziaria e militare», opportunamente “accolti” da politici perfettamente adatti a questo nuovo ruolo di maggiordomi.

Un nome? Romano Prodi. «Nel vecchio sistema – scrive Craxi – il signor Prodi era il classico sughero che galleggiava tra i gruppi pubblici e i gruppi privati con una certa preferenza per quest’ultimi ed una annoiata ma non disinteressata partecipazione ai palazzi dei primi». Come presidente dell’Iri non era nient’altro che «una costola staccata dal sistema correntizio democristiano» e, lungo il cammino, si era dimostrato «poco più di un fiumiciattolo che rispondeva sempre, sulle cose essenziali, alla sua sorgente originaria». Il “signor Prodi”, come leader politico? «Nient’altro che il classico bidone». Infatti se ne sono accorti tutti. Vent’anni dopo.

Fonte: Libreidee.org

21 commenti:

  1. Ah! sapere dove è finito Craxi dopo la sua dipartita.

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  2. Si continua a parlare di esilio, è stata latitanza quella di Bettino, ammettete la realtà. Ed un'altra cosa: se non ci fosse stato l'euro l'Italia avrebbe fatto la fine dell'Argentina ancora prima dell'Argentina!

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    1. Che l'Italia avrebbe fatto la fine dell'Argentina lo dice lei....ne è sicuro?non abbiamo la controprova...

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    2. Sulla prima, potrei anche essere d'accordo, ma, sulla seconda - che è una emerita minchiata - MAI!...

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    3. argomenti questa sua opinione...con fatti reali non supposizioni

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    4. L'Italia è già come l'Argentina, forse non te ne aei accorto

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    5. Se facevano come la Svizzera sarebbe stata la scelta migliore.

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  3. Dobbiamo ritornare sui nostri passi1

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  4. Joe...STAI DICENDO BESTIALITA'...l'argentina si è ripresa quando ha riacquistato la sovranità monetaria...l'incapacità a comparare - più che altro un'incapacità che nasconde interessi perversi - porta a questi giudizi fuorvianti e deformanti la realtà ... Craxi fu un grande e il giudizio morale fa va fatto comparando con la feccia politica che subiamo tutt'ora...l'ignoranza dei fatti porta a questi giudizi stereotipati a convenienza...Craxi salvo Gheddafi; l'imperialismo americano, il caso Sigonella e poi la tragedia di Ustica...mai chiarita: vendetta ...?

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  5. Non è certo amica della pace Romano Prodiquesta «spericolata globalizzazione forzata», in cui ogni nazione perde la sua identità, la consapevolezza della sua storia, il proprio ruolo geopolitico.
    Oggi vediamo il risultato.

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  6. Signor Joe, dove vive? e soprattutto, dove pascola? All'epoca della lira un marco valeva circa 950 lire, poi c'è stata la conversione verso l'euro:
    1 marco=1euro, 1euro= 1.927lire e fischia. Che cosa legge? se è capace di leggere, grazie a Prodi e Ciampi, la lira ha perso tre quarti del suo valore, basta già questo per far fallire un paese. Se poi aggiugiamo che, perdendo la sovranità monetaria, le istituzioni finanziarie, Bankitalia in testa, non hanno più potuto gestire i cambi come hanno fatto per decenni, condannando così, la finanza di un intero paese. Quando va a trovare i suoi amici del PD, chieda come potrete sopravvivere al MES.....

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  7. Craxi èstato osteggiato,tradito e venduto dai comunisti italiani terrorizzati dall'idea che la sua politica risultasse vincente e da troppi socialisti famelici. Italo pucacco

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  8. Un nome? Romano Prodi. «Nel vecchio sistema – scrive Craxi – il signor Prodi era il classico sughero che galleggiava tra i gruppi pubblici e i gruppi privati con una certa preferenza per quest’ultimi ed una annoiata ma non disinteressata partecipazione ai palazzi dei primi». Come presidente dell’Iri non era nient’altro che «una costola staccata dal sistema correntizio democristiano» e, lungo il cammino, si era dimostrato «poco più di un fiumiciattolo che rispondeva sempre, sulle cose essenziali, alla sua sorgente originaria». Il “signor Prodi”, come leader politico? «Nient’altro che il classico bidone». Infatti se ne sono accorti tutti. Vent’anni dopo.

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  9. L avete messo alla gogna, ma nessuno ricorda più che sotto i suoi governi eravamo. La quinta potenza mondiale,eravamo più ricchi di Germania Francia e Inghilterra ora invece siamo il terzo mondo 2.0....e quanta autorevolezza aveva Bettino rispettato e ammirato da tutti i capi di stato mondiali, ditemi dopo di lui ne abbiamo avuto un tro degno di paragonarsi a la sua capacità,e sl suo auterevolissimo carisma? Chi? Ditemi!!!!! Quel pagliaccio farabutto di Berlusconi????? Popolo di pecoroni masochisti

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  10. Ha pagato per tutti... Capro espiatorio della politica marcia italiana.... non è mai stato il mio riferimento, ma se avessimo oggi almeno una dozzina di politici come lui questo paese sarebbe migliore.... diceva bene Craxi !

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  11. Credo che la grandezza di questo personaggio politico, si capirà a fondo solo e quando si avrà la capacità di analizzare, con onestà intellettuale, il discorso fatto a parlamento riunito il 3 luglio 1992. Purtroppo questo è e resterà un nodo storico del nostro paese che fin quando non sarà sciolto nulla potrà combiare. Il discorso di Craxi il quella circostanza è stato chiari e preciso. Filibustieri, trasformatisi ai giorni nostri in trafficanti di armi, dovrebbero spiegare tante cose a questo paese ma dubito che questo possa avvenire, almeno fino a quando saranno in vita. Cosa è stato realmente Mani Pulite? Veramente pensiamo che sia stata una operazione volta ad eliminare la corruzione in questo Paese?

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