Proviamo ad analizzare in 5 punti da dove siamo partiti e dove siamo giunti e solo alla fine traiamo le conclusioni:
1) L’emergenza inizia con un elevato numero di decessi a causa di un virus sconosciuto. L’emergenza è reale e bisogna intervenire nel più breve tempo possibile.
2) L’emergenza si sposta dalla mortalità alla capacità delle terapie intensive di contenere i malati. L’emergenza è reale ma già differente dalla crisi originale.
3) L’emergenza muta e diviene necessità di tracciare e contenere il virus. L’emergenza è reale ma già estremamente diluita rispetto alla sua origine.
4) L’emergenza muta ancora ed ora si basa su numero di positivi asintomatici (?). A questo punto l’emergenza perde ogni collegamento con la sua origine e inizia il suo processo di trasformazione statistico.
5) Ennesima trasformazione dello stato d’emergenza, ora tiene banco la percentuale fra numero di tamponi effettuati e positivi riscontrati. L’emergenza ha totalmente perso la sua “qualità” ovvero il corrispettivo reale per divenire problema matematico, numeri su un computer da analizzare.
Attuando questa trasformazione dalla realtà sensibile al calcolo statistico si aprono dunque le porte verso l’emergenza ad oltranza, tutto può diventare emergenza ora perché dove dominano i numeri regna la possibilità. La prossima crisi potrebbe essere per esempio la difficoltà di vacc.inazione sul territorio etc..
In questi 5 punti, in questa evoluzione degli eventi, senza accorgercene abbiamo perso gran parte dei nostri diritti e delle nostre libertà.
Se vogliamo comprendere meglio proviamo a fare un paragone tra l’attuale crisi sanitaria e quella economica degli ultimi venti anni. Qual era la correlazione finale fra il famoso SPREAD e l’economia reale? Più nessuno. La realtà lascia spazio ai numeri e i numeri aprono la strada al controllo, solo che ora si parla di esseri umani e non più di mercati.
Questo è il classico modello totalitario neoliberista, creare o sfruttare uno stato emergenziale, risolverlo, ma mantenerlo vivo nella sua trasfigurazione matematico astratta al fine di controllare a lungo termine la fonte della crisi.
Solo che ora la fonte della crisi siamo noi.
Il neoliberismo ora vuole l’uomo, il dado è tratto e sarà una partita lunga ed oscura.
Simone Franceschini
Nessun commento:
Posta un commento