Con la scusa del virus stanno radendo al suolo la foresta amazzonica

L’ambientalista André Guimarães: “I criminali non vanno in quarantena. Stanno approfittando di questo slancio per aumentare la loro attività”.


L’anno 2020 è iniziato nel segno della devastazione per l’Amazzonia brasiliana. Mentre gli occhi di tutto il mondo sono concentrati sul coronavirus, le attività di disboscamento ed estrazione mineraria accelerano vertiginosamente in considerevoli zone della foresta. Secondo l’Istituto Nazionale per la Ricerca Spaziale del Brasile, la deforestazione nell’Amazzonia brasiliana è aumentata del 55% nei primi quattro mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

I CRIMINALI NON VANNO IN QUARANTENA

Un’analisi della NBC News sulle immagini satellitari catturate dall’Agenzia spaziale europea mostra le aree in cui gli alberi sono stati abbattuti di recente. Ed è evidente una riduzione significativa della foresta pluviale nello stato di Rondônia. Secondo gli ambientalisti la pandemia ha fornito copertura alle operazioni di distruzione della foresta con il tacito consenso del presidente Jair Bolsonaro. André Guimarães, capo dell’Amazon Environmental Research Institute, che sostiene la conservazione della foresta pluviale, ha affermato:


Le agenzie governative sono in quarantena, la popolazione è in quarantena, le brave persone sono in quarantena, ma i criminali no. Stanno approfittando di questo slancio per aumentare la loro attività.


LA SOPRAVVIVENZA DEGLI INDIGENI MINACCIATA DAL COVID

Con l’imminente arrivo della stagione degli incendi e un sistema sanitario già sopraffatto dal coronavirus, gli ambientalisti temono per le sorti degli indigeni. Secondo i dati raccolti dall’Articolazione dei Popoli Indigeni dell’Amazzonia brasiliana, al 5 maggio i popoli indigeni colpiti dalla pandemia sono 26. 107 indigeni sono positivi al Covid e 18 sono quelli deceduti. I leader hanno chiesto numerosi a Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS, un supporto per ricevere materiali per la protezione. Ma al momento, per gli operatori sanitari attivi nei villaggi indigeni e nelle aree forestali remote, non sono disponibili.

di Elza Coculo

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